giovedì 11 dicembre 2008

Gianluca Maconi: Viaggio Verso Occidente -Monkey Business-




Premetto che ciò che sto per scrivere non è una recensione, ma solo la mia opinione, o meglio ciò che mi ha ispirato la lettura di Viaggio Verso Occidente.

Monkey Business non è un fumetto, è IL fumetto!

Leggendolo si percepiscono tutte le caratteristiche fondamentali del medium, così come Hugo Pratt, Will Eisner e Scott McCloud ce le hanno insegnate.

Monkey Business è letteratura disegnata perché evidenzia l'elemento costitutivo del fumetto: la narrazione.
Gianluca Maconi ci racconta la storia di un personaggio che non è un personaggio qualsiasi ma: lo scimmiotto consapevole del vuoto di nascita celeste che viene dal monte dei fiori e dei frutti, sovrano del popolo delle scimmie ( :D )!!! alias Sun Wu K'ung (in Cina), alias Son Goku (in Giappone).
Lo scimmiotto è il protagonista della mitologia popolare cinese e giapponese e la sua influenza sulla cultura e sulle tradizioni popolari asiatiche è di notevolissima importanza, ma giunge in occidente grazie soprattutto alle tantissime trasposizioni animate ad esso ispirate. La Goldrake generation (della quale Maconi fa parte) ha subito il fascino di serie animate come Monkey di Osamu Tezuka, Starzinger di Leji Matsumoto e Dragon Ball di Akira Toriyama solo per citare i più celebri rifacimenti animati scimmiotteschi.

Monkey Business è Arte Sequenziale
perché lascia al lettore libera interpretazione.
Il lettore non legge solo parole, ma decodifica anche i simboli, le immagini, gli schemi accedendo a diversi livelli di lettura che a loro volta attivano sentimenti e reazioni. L'opera di Maconi può apparire divertente piuttosto che impegnata, profonda piuttosto che superficiale, colta piuttosto che popolare.

Monkey Business è comunicazione che produce reazione estetica nel lettore perché in esso parole e disegni hanno capacità di raccontare storie. Gianluca Maconi riesce con disarmante semplicità a rendere vivo il suo scimmiotto, grazie ad un disegno che lui stesso definisce grottesco ed ingenuo come lo spirito anarchico e giocoso del protagonista del romanzo.
Ma non è tutto.
Con la scelta di un linguaggio fatto di giochi di parole, atteggiamenti e comportamenti assolutamente post-moderni, cioé di una generazione che vive e cresce nel terzo millennio, l'autore fa sì che la sua opera sia piacevolmente fruibile da tutti ma anche generatrice di quel meccanismo alchemico che unisce antico (Viaggi in Occidente è del 1570) e post-moderno, tradizione ed innovazione, religione e processo di secolarizzazione.

Cosa aggiungere se non correte a comprarlo????

1 commento:

Gianluca Maconi ha detto...

mi viene da piangere dalla commozione, giuro. grazie. ma per parafrasare uno dei miei autori veneziani preferiti... "non è merito mio, è perché è lo scimmiotto!". ed è vero, ha fatto tutto lui, io mi limito a mettermi davanti ai fogli